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Tra i ricordi più frequenti di quando ero bambina ce n’è uno che mi fa sempre sorridere: quando giocavo a “Strega comanda color..” tutte le volte mi ritrovavo ad urlare “Indaco”. Era così divertente vedere sul volto dei miei amici un enorme punto di domanda, poiché nessuno di loro aveva la più pallida idea di che colore fosse. Le vittorie durarono ben poco, ovviamente capito il trucco si cambiò gioco e iniziò una serie infinita di sconfitte a “Nascondino”. Lì mi resi conto della mia grande fortuna: grazie ai miei genitori che lavoravano nell’abbigliamento, crebbi in mezzo a una miriade di cartelle colori che mi permisero di scoprire un variopinto mondo di tonalità dai nomi curiosi. Crescendo mi resi sempre più conto che il concetto del “colore” per i non addetti ai lavori (visto in un’ottica generale), era pressoché sconosciuto. Quasi nessuno alla domanda: “Qual è il tuo colore preferito?” insieme alla risposta sapeva anche darmi una spiegazione.

Il colore è tra le prime cose che ci guida nelle scelte fin dall’infanzia, sia a livello visivo che istintivo. Salterò a piè pari tutta la parte tecnica dei colori (primari, secondari ecc..) e mi concentrerò prevalentemente su quello che i colori ci dicono e ci fanno fare. Vorrei parlarvi dei miei colori preferiti: il rosso e il verde.
Tutti sanno che il rosso a livello simbolico viene identificato con la passione, ma perché? Semplice, è un colore attivante. È il primo colore che si riconosce perché si imprime nella retina come nessun altro, talmente tanto che se fissassimo una qualsiasi cosa tinta di rosso per più di 5 minuti e poi chiudessimo gli occhi, il nostro occhio continuerebbe a riprodurla. 
Consigliatissimo per la segnaletica più d’azione (vedi lo STOP), il rosso viene usato anche come stimolante in situazioni di apatie e di giochi educativi. È invece sconsigliato alle persone iperattive. 
Insieme al suo vicino più armonico, l’arancione, può essere utilizzato in grandi ambienti come attivatore di temperatura e produttività. Lo dimostra un esperimento eseguito in due diversi laboratori industriali, uno tinteggiato di blu/verde l’altro di rosso/arancione. La sensibilità al freddo e al caldo del personale che vi lavorava differiva di 3/4 gradi. Nel locale blu/verde le persone sentivano freddo ad una temperatura di 15°, in quello rosso/arancio a 11/12°. Questo ha influito non solo sulla percezione della temperatura, ma anche sulla produttività. Ciò dipende dal fatto scientificamente provato che il blu/verde rallenta la circolazione del sangue, mentre il rosso/arancio la accelera. Per questa sua particolarità è sconsigliato nelle camere da letto. 
Nella moda è spesso utilizzato per non passare inosservati, infatti c’è chi ne ha fatto un biglietto da visita talmente identificativo da dare il proprio nome ad una sua tonalità, come Valentino. 

Un altro colore che abbiamo nominato in precedenza al quale sono molto affezionata è il verde, il più grande antagonista del rosso. Vi siete mai chiesti perché le sale operatorie e i camici dei chirurghi siano spesso verdi? Perché essendo l’esatto opposto del rosso funge da calmante per l’occhio e permette di concentrare il proprio sguardo su uno spettro visivo più ampio. Concettualmente è uno dei colori più affascinanti del panorama cromatico. Colore bivalente simboleggia sia la vita che la morte. È il protagonista assoluto degli ambienti più naturali. Chi di voi non si è mai perso almeno una volta nel fissare un panorama verdeggiante e si è automaticamente ritrovato con gli occhi chiusi intento a fare respiri profondi? Questo è un effetto sia fisico (le piante producono ossigeno), che inconscio. Da sempre abbiniamo questo colore alla linfa che nutre, rinvigorisce e crea vita. 
In contrapposizione ci sono le tonalità più cupe del verde, che ci rimandano direttamente alle muffe, al veleno e alla putrefazione, tutti elementi conici legati al concetto di morte. In una leggenda questo colore ha causato la morte. Il noto pittore di metà ‘500 Paolo Veronese si avvelenò involontariamente durante l’esecuzione di un dipinto provando sulla sua pelle per un lungo periodo una tonalità di verde creata con delle sostanze velenose. Da qui il nome della tonalità “verde veronese”. 
Sono rarissime le persone che possono permettersi un total look verde poiché è uno dei colori che più si riflette sul nostro incarnato. Non è un divieto assoluto ma bisogna fare un’attenta ricerca per trovare la tonalità più giusta per noi. Proprio per questa sua caratteristica riflettente nell’arredo di interni viene sconsigliato nei bagni soprattutto se scarsamente illuminati e sprovvisti di luce naturale: con queste caratteristiche nel tempo ci si potrebbe vedere sempre più stanchi e malaticci.

Potrei dilungarmi ulteriormente parlandovi di tutti i colori, analizzandoli e raccontando aneddoti, ma penso che il tempo sia poco e che ci sia una bibliografia infinita su questo argomento. Quindi vorrei chiudere con una domanda: “Qual è il tuo colore preferito?” e soprattutto “Perché?”.

Valeria Cordioli (docente di illustratore di moda)